zerotremilacento
Nell'analisi degli interventi di Arte Pubblica che negli ultimi anni hanno interessato un vasto campo dell'espressione artistica, si avverte spesso un limite. Limite dovuto al carattere episodico degli interventi, alla ricerca artistica – che è concentrata più verso l'elaborazione del modello di intervento che non sul corpo sociale - e alla confusione che crea l’abuso del termine Arte Pubblica, ormai adottato per definire qualsiasi operazione artistica in spazio pubblico.
Troppo spesso poi la documentazione degli eventi performativi non è in grado di riferire cosa accade dopo la fine dell’intervento. Quasi che, ripercorrendo la tradizionale concezione dell’autonomia dell’arte, gli eventi di Arte Pubblica manifestassero anch’essi una sorta di autoreferenzialità indifferente verso la ricaduta che l’intervento produce.
zerotremilacento cerca di superare questi limiti e ambiguità caratterizzandosi come un gruppo generato all’interno della comunità in cui opera e che, durante i processi, si trasforma secondo le modifiche che si verificano nel corpo sociale.
Il radicamento territoriale è concepito come requisito di base per la sperimentazione di esperienze concrete, che. pur agendo localmente, sono concepite con caratteristiche di trasmissibilità tali da essere collegabili in rete con altre comunità creative.
L'agire di zerotremilacento ha come modalità operativa la produzione di idee e progetti di
intervento attraverso un continuo scambio tra creatività individuale e creatività di gruppo. L’intervento messo in atto non è concepito come proposta risolutiva, atto compiuto in sé, oggetto definito, ma essenzialmente come innesco di un processo: la prosecuzione dell’azione è lasciata alle interrelazioni che si stabiliscono col corpo sociale, così da consentire il passaggio dalle sperimentazioni artistiche alla autonoma creatività delle moltitudini.
Volendo trovare una definizione di riferimento nel panorama dell’ormai abusato campo dell’Arte Pubblica, zerotremilacento propone un percorso di arte pubblica relazionale che opera in “community specific” secondo una “relationship in progress” .
L’impostazione di un progetto di intervento inizia con l’analisi del territorio operativo, fisico, sociale e culturale, individua in esso le aree sensibili (dove per “aree” non si intende solo luoghi fisici e per “sensibili” si intende aree invisibili e/o degradate, aree di conflitto e/o di separazioni e sofferenze, aree di bellezza non riconoscibile e/o non riconosciuta, aree di esproprio e/o appropriazioni indebite, aree di dissoluzione identitaria e/o di creazioni identitarie), definisce poi il progetto e costituisce il gruppo operativo; crea le condizioni realizzative; mette in opera la prima fase; valuta i risultati e coinvolge i nuovi soggetti, incontrati durante l’iniziativa, nella produzione della seconda fase progettuale.
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