zerotremilacento
Azioni / relazioni / percezioni / immaginazioni di trasformazione del territorio urbano
Incontro con Stalker - Osservatorio Nomade

relatore:
Lorenzo Romito
del gruppo Stalker

luogo:
Frosinone - Biblioteca Comunale

data:
23.11.2006, ore 17.00

Stalker è un soggetto collettivo che compie ricerche e azioni sul territorio, con particolare attenzione alle aree di margine e ai vuoti urbani, spazi abbandonati o in via di trasformazione. Tali indagini si sviluppano su diversi piani, attorno alla praticabilità, alla rappresentazione e al progetto di questi spazi da noi chiamati Territori Attuali. STALKER è assieme custode, guida e artista dei territori attuali, in queste sue molteplici vesti si dispone ad affrontare le apparenti insolubili contraddizioni attorno alla possibilità di salvaguardia tramite l'abbandono, di rappresentazione attraverso la percezione sensoriale, di progetto dell'instabilità e della mutevolezza di quei luoghi.
L’Osservatorio Nomade, rete fondata dal gruppo Stalker nel 2001, è una realtà che raggruppa professionalità provenienti da diversi ambiti disciplinari (architetti, artisti, urbanisti, videomakers, grafici) e propone una pratica collaborativa e creativa per la ricerca e l’azione sul territorio fondata sulla cooperazione, la multidisciplinarietà, il rispetto della diversità, la convivialità e il gioco. La pratica dell’Osservatorio
Nomade si basa sulla co-azione fra l’osservatore e il territorio, fra la sua realtà vivente, le memorie e gli immaginari che lo animano e si concentra sulla tessitura di relazioni che promuovono creativamente consapevolezza, collaborazione e auto-organizzazione.

moderatori:
Giuseppe Poce

co-relatori:
Giuseppe Poce e Cristina Carlini

conclusioni:
A conclusione l’intervento degli architetti Cristina Carlini e Giuseppe Poce, membri dell’associazione, ha fornito dettagli tecnici e documentazione della realtà del nostro Casermone che è appunto un piccolo Corviale: stessi spazi, stessi luoghi sociali, stessi orti, stessi parcheggi, stesse unità abitative, stesso odio da parte dei residenti, stesse distruzioni e incurie.
Negli orti privati è un rigoglio di vita, negli spazi sociali il deserto, non un vaso di fiori, non una piantina.
Ci sono in corso opere di ristrutturazione, dopo riprenderanno le distruzioni?
Cosa si aspettavano gli architetti dell’utopia stalinista? Cosa hanno realizzato gli abitanti?
Chi ci viene in queste rovine per il futuro? Nessuno.
Le attività culturali del comune in questo quartiere? Gli artisti? Mai entrati, mai rappresentato nulla, mai evocato, nessuna suggestione tranne il calcio e le droghe.
Un luogo occultato.
E allora?
Partendo dalla comprensione delle azioni che soggetti come Stalker e l’Osservatorio Nomade hanno promosso in situazioni e luoghi simili e iniziare un progetto di pratiche autogeneranti.

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