zerotremilacento
INCONTRO E WORKSHOP CON GLI ARTISTI CARETTO-SPAGNA
Frosinone
14.11.2009, ore 16.00-15.11.2009, ore 14.00

andrea caretto/raffaella spagna

DESTINAZIONI D'USO
Pratiche di sperimentazione artistica sugli usi del suolo

Nell’ambito del Progetto “La città degli orti” che prevede un’attività pluriennale, 2006/2011, l’associazione culturale zerotremilacento ha invitato gli artisti Andrea Caretto e Raffaella Spagna a realizzare un laboratorio che si pone come finalità ultima la creazione del primo orto d’arte nella città di Frosinone.
Il laboratorio, che è articolato in tre step di avanzamento, prenderà avvio nelle giornate del 14 e 15 novembre 2009 e si concluderà nel mese di maggio 2010.

Il primo step del Laboratorio è così articolato:

- sabato 14 novembre, ore 16,00
Sala Del Liceo Classico Turriziani – via Acciaccarelli, 53
Incontro con gli artisti Andrea Caretto e Raffaella Spagna
Gli artisti presenteranno i temi fondanti della loro ricerca artistica ed alcune delle loro realizzazioni, spesso a carattere performativo e processuale.

- domenica 15 novembre, ore 10.00/14.00
Workshop tenuto dagli artisti caretto -spagna
Percorso della Vallefredda e risalita verso i terrazzamenti di Colle san Pietro.

La visita, effettuata con gli artisti caretto-spagna, serve a creare una conoscenza condivisa del territorio di Frosinone, conoscenza degli aspetti morfologici, delle caratteristiche degli orti presenti e della vegetazione spontanea, nonché delle condizioni di dis/equilibro e dis/continuità del tessuto urbanistico della città.

Caretto e Spagna sono i più interessanti esponenti italiani di un ampio fronte internazionale di artisti che affronta la questione del rapporto fra uomo e natura, prendendo a prestito i loro strumenti dalla scienza e dalla tecnologia, e mettendo la ricerca scientifica, l'azione collettiva e la documentazione al servizio del loro lavoro. Nel caso di Caretto e Spagna, questo lavoro preliminare viene poi sottoposto a un processo di formalizzazione estremamente rigoroso, che gli consente di superare il limite di molte di queste operazioni e cioè la loro “durezza” concettuale che spesso va a scapito della forma e della forza poetica del lavoro.
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