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zerotremilacento
Proposte per una testimonianza della storia cittadina

territorio:
Frosinone

Nell’ambito delle traiettorie dell’azione per la definizione di una identità mutante che L’Associazione zerotremilacento sta tracciando nel corpo sociale di Frosinone sì colloca il lavoro con i cinque Centri Sociali Anziani operanti nella città. La scelta deriva dalla constatazione che uno dei fattori che incide sulla debolezza dei processi identitari è rappresentato dal venir meno dei “luoghi” di trasmissione della storia orale. Storicamente il “luogo” fondamentale è stato il nucleo familiare, infatti nelle famiglie tradizionali convivevano in genere tre generazioni, nonni, figli e nipoti; in questo tessuto familiare avveniva la trasmissione e la condivisione dell’immaginario della comunità sociale. Oggi la “vecchiaia” sembra essere “disdicevole” e da celare, si creano allo scopo “circuiti” dove gli anziani si incontrano per lo più con altri anziani mentre l’incontro con i giovani e i bambini è diventato sporadico se non raro, spezzando così la catena della trasmissione orale. La formazione delle nuove generazioni ufficialmente relegata alla scuola in realtà è realizzata dalla “Grande Pedagoga”, cioè la televisione coadiuvata oggi da Internet.
Le comunità deboli risultano sempre più schiacciate dai prodotti globalizzati che invadano l’immaginario di tutti relegando il luogo fisico di residenza a “un non luogo”, cioè a un territorio sconosciuto e non praticato.Si diventa senza radici, cioè senza quel tessuto di immaginario condiviso costruito nel territorio (fisico, sociale e culturale) e che rappresenta la base di un’identità. E’ necessario che gli anziani rientrino “nel gioco” della formazione delle nuove generazioni. E’ necessario che esistano dei luoghi che permettano la trasmissione delle esperienze e degli eventi che rendono “definibili” ed “identificabili” gli elementi che costituiscono il territorio in cui si vive.Questi luoghi possono essere le scuole, le biblioteche, ma anche altri non tradizionalmente deputati alla trasmissione del sapere, per esempio, gli autobus che girano per la città.
Perché le Video Storie in Circolare
Gli autobus tracciano ogni giorno traiettorie nel tessuto cittadino, chi viaggia su questi autobus spesso vive il tempo di trasferimento come un tempo perso, inutile. Il progetto “Video Storie in Circolare” vuole rendere utile questo tempo e precisamente vuol trasformarlo in occasione di trasmissione di quella oralità negata. I cittadini sulle circolari, attraverso dei monitor, potrebbero apprendere di accadimenti legati ai luoghi che stanno attraversando.
Questi accadimenti sarebbero raccontati dai diretti protagonisti oppure da testimoni oculari, insomma da quegli anziani che in questo modo recupererebbero il vecchio ruolo di detentori di un sapere da trasmettere alle altre generazioni. Gli autobus diventerebbero non solo mezzi di viaggio nello spazio della città ma anche mezzi di viaggio nella sua storia, strumento di trasmissione di sapere, un sapere rigorosamente legato ai posti attraversati, un sapere che connoterebbe i luoghi della città con nuovi immaginari, facendo assumere loro ben altra potenza evocativa. Questo progetto non parte dal nulla, ha alle spalle un’analisi del territorio sociale e un doppio evento realizzato con l’artista “relazionale” Cesare Pietroiusti. Fu proprio durante l’incontro-dibattito conclusivo di “Gita in Circolare” che prese forma l’idea di dotare il trasporto pubblico della città di Frosinone di un sistema video che, durante le corse, diffondesse immagini e storie di vita vissuta raccontate direttamente dai protagonisti. Nella fase di preparazione della performance “Gita in Circolare” l’associazione zerotremilacento ha costruito un buon rapporto con i cinque Centri Sociali Anziani di Frosinone, rapporto consolidato con la proiezione in tutti i Centri del video della performance, un video costruito con mezzi amatoriali e che costituisce la “prova” di quanto si può realizzare. Attualmente diversi anziani sono disponibili a raccontare e/o rappresentare le loro storie.
Le storie coprono un lasso di tempo che va dagli anni trenta del secolo scorso ai giorni nostri. La realizzazione dei primi video, la loro collocazione sulle Circolari e la distribuzione di copie nelle scuole e nelle biblioteche della città darebbe inizio a un processo di valorizzazione delle memorie orali e al moltiplicarsi di altre iniziative di raccolta, studio e conservazione. L’esperienza operativa, oltre a realizzare i video, deve essere occasione di costituzione di un gruppo operativo stabile di produzione audiovisivi capace di intervenire nei processi relazionali secondo lo sviluppo del progetto così come sarà determinato dal gruppo sociale di riferimento.
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