zerotremilacento
SMN_03 - Sub/ag-ire l’opera, passaggi dall’IO al NOI

anno:
2009

edizione 3

territorio:
Santa Maria Novella - Fiano - Certaldo

Negli incontri di Santa Maria Novella, le attività del "dopo cena" divennero un uso consolidato e nella terza edizione esse furono più numerose, tanto che l’incontro prese la forma di un laboratorio così coinvolgente da divenire più importante della discussione e delle decisioni da prendere.
Le due proposte di Gianluca Fricchione furono un’ulteriore occasione di reciproca conoscenza. Una, “Appunti di Viaggio”, proponeva di portare foto di viaggi fatti in tempi diversi, da viaggi in luoghi dell’infanzia a viaggi d’arte, condividendo con tutti le proprie scelte e le proprie emozioni. L’altra, “no-me”, proponeva un questionario con domande bizzarre e anche molto personali da compilare anonimamente. Mescolate e riproposte si doveva indovinare l’autore di ciascuna.
Luca, invece, chiese a tutti di portare gomitoli di lana del colore e del tipo che più rappresentasse la propria personalità e un set di ferri per lavorare a maglia. L’azione si sarebbe chiamata “Coopaertae” e avrebbe caratterizzato tutti i momenti dello stare insieme per tessere “una storia collettiva fatta di tanti progetti e di tanti sogni”. A conclusione, i vari pezzi si sarebbero messi insieme a formare una grande coperta, simbolo del fare collettivo.
Antonio Limonciello, con la presentazione del suo “Trittico Istanbul”, sviluppò il tema della esplorazione
dell’arte che si produce in contesti altri. L’installazione video composta da tre rappresentazioni della città sul Bosforo, Istiklal Caddesi - la democrazia, Islambul - la religione, Kent ye Sanat – l’arte pubblica, veniva proiettata durante le ore dello stare insieme e dello “sferruzzare”.
Marisa Vallone e Matteo Pagliarosi, del Collettivo Non Finito, presenze purtroppo temporanee, vissero la vicinanza con il gruppo e le emozioni suscitate dal luogo in modo così forte da volerle fissare registrando immagini, suoni e parole che restassero la testimonianza di una intensa esperienza umana vissuta a contatto con un agire artistico e una natura tanto ricchi di suggestioni. Il loro dono fu un piccolo plico pieno delle loro creazioni che chiamarono “2 Passi al Castello”.
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