zerotremilacento
zerotremilacento_X10, percorsi di arte pubblica relazionale

anno:
2016

edizione 99

territorio:
Guarcino-Alatri-Veroli-Frosinone-Ceccano

La decima edizione di “da Cosa nasce cosa” segna un cambiamento sostanziale spostando il soggetto “fiume Cosa” da oggetto di percorrenza, riconoscimento e analisi a oggetto di appartenenza.
Se negli anni passati abbiamo agito per la conoscenza del fiume e per portare la cittadinanza al fiume. in questa edizione è diventato preponderante il “vivere” e il “sentire” il fiume al di fuori del suo contesto.
Qual è l’azione per portare il fiume in noi?
Quante forme può prendere un fiume?
E poi, Cosa è un fiume?

un fiume è
un corso d’acqua perenne
un percorso di acque dalle sorgenti alla foce
una fonte di acqua per tutto il territorio che attraversa
una fonte di energia per far girare ruote cardatrici, magli e presse,
una risorsa idrica per innaffiare, abbeverare, lavare panni, macinare granaglie e olive
una fonte alimentare per pesci, anfibi e crostacei che vi vivono
uno spazio di sedimentazioni storiche e culturali
uno spazio politico per la realizzazione del Bene Comune
uno spazio mistico-spirituale
uno spazio psicologico
un elemento di separazione; quanti confini tra comuni, provincie, regioni, Stati utilizzano il fiume come limite?
un elemento di congiunzione, ponti che lo attraversano, con strade e ferrovie che corrono lungo il percorso, e barche, battelli, chiatte che lo navigano.

Cosa è e Cosa è stato?
Rappresentare il fiume Cosa non è solo un elenco di elementi fisici, chimici e biologici, ma è tutto quanto Cosa è ed è stato.
Eppure la necessità di una sintesi, che non sia una semplificazione o una riduzione, rimane. Coglierla e rappresentarla vuol dire creare un'immagine immediatamente tangibile che ha in sé un potenziale altamente evocativo, un'immagine forte che contribuisce alla formazione dell'identità di un territorio.

Per questo abbiamo scelto di esercitare un processo concettuale ed estetico destrutturante: scomporre tutte le componenti del fiume in elementi classificabili per estetica, per concetti, per funzioni, per storia, per cultura, per chimica, fisica, biologia e geografia da offrire ai cittadini e ai visitatori perché ognuno possa ricomporre in sé in modo autonomo e personale il Cosa.
Contenitori trasparenti con elementi separati, un fiume trasportabile, analizzabile, godibile nelle estetiche decontestualizzate.
Parallelepipedi contenitori o cassettini da aprire, con dentro un fiore, un’alga, un pesce, una pianta, un gambero, ...... tanti, tanti elementi, elementi puri da godere come forma, come colore, come consistenza,...
… un fiume fatto a pezzi, nelle cascate, nei manufatti e nei misfatti, storici e contemporanei, nei paesaggi ancora intatti, nei tesori naturali che per miracolo ancora sopravvivono,....
… un fiume rappresentato come attività umane, con una canna da pesca, dei
gambali,...i vestiti di un mugnaio bianchi di farina, la pietra e il sapone per lavare i panni, ....
… un fiume che prende un corpo con tutte le sue anime.

Le rappresentazioni presenti in Villa sono connesse alle attività disseminate lungo tutto il territorio, laddove tredici scuole che coprono tutti i comuni attraversati dal fiume hanno studiato, interpretato e rappresentato il tratto di fiume di competenza, laddove tredici scuole guidate da zerotremilacento si sono esercitate nel definire proposte di riqualificazione e reintroduzione del fiume nella pratica quotidiana dei cittadini, laddove i risultati dei lavori di centinaia e centinaia di studenti e insegnanti sono affluite alla Villa Comunale per comporre un quadro unificante dei dieci anni di attività con le azioni del presente e i proponimenti per il futuro.
Così il fiume è diventato un luogo d’appartenenza riconosciuto, prima di tutto dentro di noi, e poi fattivamente rispettandolo e vivendolo. Così il fiume è diventato progetto che prende corpo nel divenire, dove il divenire partecipato e consapevole dei cittadini è contenuto e forma sostanziale della realizzazione che sarà.
E' per questo che la preparazione della mostra, lo studio e la pratica degli studenti e la realizzazione delle opere sono state a loro volta rappresentate come mani al lavoro: mani sintesi dell’operosità, mani in azione, mani coinvolte, mani educate, mani che traducono il pensiero in azione, mani tatto sensibili e prezioso per conoscere e godere, mani simbolo della congiunzione del sapere e del fare.
E’ un racconto complesso quello rappresentato, un racconto che richiama in sé una linea temporale perennemente increspata, dove quella che dovrebbe essere la fine si apre a nuove condivisioni creando un processo in continuo rinnovo.
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